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IPDM - Accendiamo le stelle dell’educazione

Desiderare significa cercare con passione, ma cosa si cerca? Desiderare senza avere un oggetto da volere è come rimanere in una notte senza le stelle, e le stelle come i desideri si accendono dentro di noi quando contattiamo un qualcosa al di fuori di noi…un qualcosa o un qualcuno che accende una piccola scintilla tanto potente da illuminare la mente e scaldare il corpo. Riflettendo sulla parola desiderio (dal latino de- “mancante di” sidus che significa, letteralmente, “stella”) ho cercato un collegamento con un’altra parola: educare, dal latino ex-ducere che significa “tirare fuori, far venire alla luce qualcosa che è nascosto”. Desiderare ed educare necessitano di qualcuno diverso da sé che sappia accendere e trarre fuori ciò che è nascosto. Chi educa quindi è colui che con passione tenta di accendere le stelle nella notte e tirare fuori le peculiarità di ogni persona attraverso un dialogo autentico interpersonale, che rimane asimmetrico, di un IO che “ricomprende”, abbraccia un TU (M. Buber). Educare quindi diventa un processo in cui vi è un coinvolgimento di due alterità che lavorano insieme al fine di portare alla luce qualcosa di unico. Rispetto al pensiero comune che vede l’educazione come una serie di regole socialmente accettate da apprendere, questa riflessione apre uno scenario diverso, o meglio, delle incredibili possibilità. Se l’educazione, così come viene fornita, non funziona, è dovere di chi educa trovare strade nuove o meglio, riscoprire antiche vie già pensate, sognate, intraprese e lasciate. Questo è il punto: perché si lascia una via per un’altra? Perchè cerchiamo la semplificazione in ogni materia: le relazioni social, ad esempio, sono più semplici, più liquide (Bauman) in una parola: meno reali. Possiamo semplificare l’educazione e ridurla ad un monologo? “La società moderna rischia di decadere verso l’abisso comune proprio perché in essa viene meno l’attenzione all’autentica relazionalità dialogica, a favore di una sempre maggiore spinta al monologo, alla semplificazione e all’oggettivazione” (M. Buber). L’educazione emozionale di cui si parla tanto in questi giorni non può trasformarsi in una lista della spesa da imparare a memoria e da dimenticare una volta usciti da scuola ma un percorso profondo da proporre a insegnanti, genitori e ragazzi organizzato da personale qualificato.

L’IPDM si occupa di sostenere i genitori fornendo loro gli strumenti per poter comunicare con i propri figli sperimentando in primis la riscoperta del proprio mondo emozionale interiore.

PER INFO:
06/90212566, il martedì e il venerdì dalle 15.00 alle 18.00
www.ipdm.it
[email protected]

Pubblicato il 05/12/2023 alle ore 14:50

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