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Attenzione a non spegnere il cervello. I mostri sono sempre in agguato.

Il cineforum del CSP offre quattro film su come il silenzio della ragione favorisca sempre gli orrori del potere.

Nel 1797, Francisco Goya appose il celebre aforisma su una acquaforte che raffigura un uomo, ripiegato su se stesso e dormiente: Il sonno della ragione genera mostri. Nel sonno, quando la ragione si addormenta, emergono dal profondo oscure figure mostruose: forse è un invito in senso illuministico a tener desta la ragione, poiché quando l’intelletto perde il controllo della realtà, lascia un coacervo di impulsi irrazionali e spaventosi, pronti a vanificare ogni ordine costituito di valori. Goya è stato un pittore trasgressivo, un precursore dell’espressionismo più fosco e del romanticismo per i toni cupi e misteriosi, per il suo scavare dentro la natura umana fino a fare del sogno più tragico una componente della sua arte. La sua vita e la sua arte sono parallele, entrambe specchio di tutte le società sottoposte ad un assolutismo soffocante e cruento, ora della monarchia borbonica, ora di quella napoleonica, ora dell’Inquisizione.
Noi oggi preferiamo pensare che Goya considerasse la ragione come la parte più profonda della nostra umanità, un IO profondo sano e consapevole, una parte intima ed accogliente capace di comprendere, ma anche di amare e creare... e non una razionalità fredda, tagliente ed algebrica. Ed ecco allora, ieri come oggi, i mostri partoriti dal sonno di questa ragione: i dogmi della religione, usati come strumento di tortura e morte dalla Santa Inquisizione, benedetta dalla Santa Madre Chiesa; le discriminazioni razziali, sfociate nelle camere a gas e nei forni crematori dei nazisti, attuate nella voluta e colpevole indifferenza e sordità del Vaticano; ed infine ultimo, ma sempre attuale mostro, il potere temporale esercitato dalla Chiesa di Roma e mai deposto, dalla millantata ed apocrifa “donazione di Costantino” fino ai giorni nostri delle porpore cardinalizie e delle discutibili beatificazioni.

Domenica 13 gennaio 2013

L’ultimo Inquisitore (Goya’s ghosts)

Regia di Milos Forman (Spagna 2007 117’)

Forman rappresenta nella Spagna di fine ‘700 una tragedia storica, un periodo del passato che segnò la fine di un mondo. Come sempre nel lavoro del grande regista, la narrazione avviene attraverso personaggi esemplari: il potere è rappresentato da frate Lorenzo, ultimo Inquisitore (Javier Bardem); le vittime sono impersonate da una ragazza torturata, imprigionata, violata dall’Inquisizione (Natalie Portman); il testimone è il grande pittore spagnolo Francisco Goya y Lucientes le cui opere riflettono prima la gloria della monarchia spagnola (era primo pittore di Corte), poi i terribili disastri della guerra. Goya è l’occhio e la coscienza dei tempi, quasi incredula e sempre più delusa dal flusso irrazionale degli eventi, un punto di vista forse col quale si identifica lo stesso Forman. Il giudizio sull’ottusa ripetitività della Storia e sulla ferocia e grettezza del potere (religioso e temporale) è senza dubbio sconfortato e severo.
 

Domenica 20 gennaio 2013

Galileo

Regia di Liliana Cavani (Italia, Bulgaria 1967 – 108’)

La vita di Galileo Galilei (1564-1642) è analizzata bruciando quasi completamente gli schemi convenzionali del cinema biografico e trasformando la ricostruzione del passato in azione presente. Dai primi dubbi sulla veridicità del sistema tolemaico, ai 69 anni quando, dopo un processo, preferisce ritrattare piuttosto che subire la tortura. Il film è l’emblema del grande scontro tra la libertà della ricerca scientifica ed il diktat imposto dalla Chiesa, la tragedia di un uomo in anticipo sui tempi e la storia di una ingenuità che le prove avrebbero potuto superare l’ottusità bigotta del potere ecclesiastico. Prodotto dalla RAI, non è stato mai trasmesso in TV. Fu vietato ai minori di 18 anni perché evidentemente i censori ne compresero l’impianto profondamente anticlericale.

Domenica 3 febbraio 2013

L’ora di religione

Regia di Marco Bellocchio (Italia, 2002 - 102’)

Ernesto è l’unico scettico in una famiglia, in passato importante, ma decaduta, che tutta si sta sforzando per riconquistare il proprio prestigio attraverso la canonizzazione di una donna, unica vera religiosa, madre di cinque figli uno dei quali, malato di mente e bestemmiatore, l’ha uccisa. Ernesto, scrittore di fiabe e figlio della santa, ateo convinto, la considera invece una donna stupida che ha rovinato la vita dei figli.
Il film, in poco più di 24 ore, descrive l’interrogatorio ecclesiastico di Ernesto, la sua conoscenza con una affascinante insegnante di religione, l’atteggiamento dei parenti tutti, l’immancabile miracolato, che gli fanno comprendere quanto l’ipocrisia sia dominante nella sua famiglia.

Domenica 10 febbraio 2013

Amen.

Regia di Constantin Costa Gavras (Francia, Germania, Romania, 2002 – 130’)

Basato su Il Vicario (Der Stellvetrerer) di Rudolf Hochhuth il film fa vivere il dilemma di Kurt Gerstein, tecnico chimico dell’ufficio di igiene delle SS, cattolico, ma SS egli stesso, che viene a conoscenza dell’uso cui sono destinati gli ingenti quantitativi di Ziklon-B che gli vengono ordinati per la purificazione dell’acqua, ma utilizzati invece nelle camere a gas per la “soluzione finale”. Gerstein riesce ad informare il Vaticano di ciò che sta accadendo ai milioni di ebrei nei campi di concentramento tedeschi. Anche il titolo italiano (che comprende il punto finale) pone l’accento sul significato della parola semitica amin (“così sia”), in riferimento al comportamento del Vaticano (cui la cosa era già nota da canali diplomatici svedesi) che ritenne di mantenere il silenzio e addirittura arrivò a favorire la fuga in Sudamerica di alcuni nazisti dopo la fine della guerra.

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei capannoni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise.

 

Il cineforum del CSP Gennaio-Febbraio

Pubblicato il 27/12/2012 alle ore 07:00

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