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Cineforum

America amara.Locandina

Attraverso 4 film, tutti made in USA, un'analisi spietata delle contraddizioni della terra delle opportunità.
Al cineforum del CSP

Per introdurre il tema, prendiamo in prestito le parole di Emilio Cecchi, il letterato fiorentino che insieme a Papini e Croce aveva sottoscritto nel 1924 il Manifesto degli intellettuali italiani antifascisti, e che nel 1940 diede alle stampe America Amara.

Era uno che se ne intendeva: dopo numerosi viaggi in Europa, aveva soggiornato negli Stati Uniti negli anni 1930-31 e 1937-38, come corrispondente del Corriere della Sera e di altri giornali e riviste.

Nel 1942 avrebbe ribadito, con la prefazione all’Americana curata da Vittorini, la sua denuncia della società e della democrazia statunitensi.

“La libertà di vivere” scriveva, “sembra cresciuta nel continuo rilassarsi del codice puritano (…) Caduto, in massima, il pudore sociale, e non essendo d’altronde subentrata una sincera capacità di godere, si ha una sorta di gelido e sfrenato paganesimo, che si è messo sotto i piedi tutti i divieti, interni ed esterni; un paganesimo di mera violenza, senza respiro di felicità”.

Gli Americani, e le Americane, sono conformisti. Ma sono conformisti all’Americana. Vale a dire che, sotto al loro conformismo, l’America esplode da tutte le parti”. Vige “l’entusiastico vangelo dell’arrivismo, del successo e del benessere materiale”.

“La strapotenza d’una natura colossale, che è appena scalfita dalla tumultuosa azione degli Americani, ci spiega l’atteggiamento di questi, niente affatto contemplativo, ma pratico, utilitario, brutale. Anche nei temperamenti più colti è difficile che il senso della natura vada oltre una curiosità turistica, da gente in vacanza”.

E ancora: “Come negare che i grattacieli sono belli? Calando sulle strade come trasparenti ombre di ghiacciai, le loro sagome vaghe e gigantesche, insieme a un che di gelido diffondono sul tumulto cittadino quel riverente silenzio che alita intorno alle cattedrali (…) Ma la grande poesia dei grattacieli è poesia notturna; che sembrerebbe confermare una loro natura d’ombra e sortilegio”. Tanto è vero che la popolazione abbiente trasferisce la sua residenza nelle villette oltre la città.

“Dalle sue primissime origini, l’America è il più gigantesco, perfezionato ed elastico caravanserraglio della ‘volontà di credere’; e credere quello che fa comodo, per evitarsi il disturbo di pensare, di mutare, d’accettare il confronto col vero, d’entrare in un processo dialettico con la realtà”.

“Finisce che, da un certo angolo visivo, quest’America così guizzante, ginnastica, dinamica, automobilistica, appare immersa in una insormontabile catalessi, in una profonda narcosi. Dice di non badare che ai fatti; forse appunto perché è la più aliena a riceverli, la più impermeabile e invulnerabile”.

E' sorprendente. Sembra di sentire la voce profetica di Pier Paolo Pasolini che, una trentina di anni dopo, avrebbe letto e denunciato gli stessi segni di mollezza e degrado nella società italiana.

Ma la società americana ha sempre dimostrato di saper guardare senza pudore fino nelle profondità delle sue ferite e analizzare le proprie contraddizioni come uno scienziato studierebbe una colonia di insetti. Capacità che forse noi, in Italia, non abbiamo nella stessa misura.

I 4 film, tutti americani, scritti, diretti e prodotti da americani:

Domenica 30 settembre 2012Locandina - Spostati

GLI SPOSTATI - Trailer

REGIA:  John Huston (USA 1961)

GENERE: Azione, Drammatico, Western, Romantico
SCENEGGIATURA: Arthur Miller
ATTORI:
Clark Gable, Marilyn Monroe, Montgomery Clift, Thelma Ritter, Eli Wallach, Kevin McCarthy, James Barton, Estelle Winwood
FOTOGRAFIA: Russell Metty
MONTAGGIO: George Tomasini
MUSICHE: Alex North
PRODUZIONE: SEVEN ARTS PRODUCTIONS
DISTRIBUZIONE: DEAR - UNITED ARTISTS - WARNER HOME VIDEO
DURATA: 124 Min
FORMATO: B/N 35 MM (1:1.66), CINEMASCOPE

Film che non godette di buone recensioni quando uscì, forse perché in anticipo sui tempi, ma che la critica moderna ha riabilitato. Fu l’ultima interpretazione sia per Clark Gable che per la Monroe. Gable, 60enne e malato, rifiutò la controfigura e morì il giorno dopo la fine delle riprese, forse anche a causa delle fatiche sopportate mentre Marilyn diede prova del suo potenziale talento drammatico finora inespresso. Attraverso le vicende di una comunità di sbandati il film compie un’acuta analisi del malessere profondo della società americana.

Domenica 7 ottobre 2012

CAPITALISM: A LOVE STORY - TrailerLocandina - Capitalism

REGIA: Michael Moore (USA 2009 )

GENERE: Documentario
REGIA: Michael Moore
SCENEGGIATURA: Michael Moore
ATTORI: Michael Moore
PRODUZIONE: Dog Eat Dog Films, Overture Films, Paramount Vantage
DISTRIBUZIONE: Mikado
DURATA: 120 Min
FORMATO: Colore

Film di denuncia degli orribili governi dei due Bush e del sistema bancario-assicurativo americano, spiega le origini della grave crisi sociale, economica e finanziaria in corso dal 2008. Mette alla gogna i due principali partiti, democratico e repubblicano, che si spartiscono il potere alle spalle dei cittadini. Coglie anche il paradosso dei poveri che votano per i ricchi nella speranza di diventare come loro. Emblematica la scena in cui Moore delimita con il nastro giallo il luogo del delitto: Wall Street. Formidabile la presenza scenica dello stesso regista.

Domenica 14 ottobre 2012Locandina - Capitalism

CHANGELING - Trailer

REGIA: Clint Eastwood (USA 2008)

GENERE: Thriller
SCENEGGIATURA: J. Michael Straczynski
ATTORI:
Angelina Jolie, John Malkovich, Amy Ryan, Jason Butler Harner, Jeffrey Donovan, Michael Kelly (II), Devon Conti, Eddie Alderson, Gabriel Schwalenstocker, Jason Ciok, Colm Feore, Devon Gearhart, Geoff Pierson, Gattlin Griffith
FOTOGRAFIA: Tom Stern
MONTAGGIO: Joel Cox, Gary Roach
MUSICHE: Clint Eastwood
PRODUZIONE: Imagine Entertainment, Malpaso Productions
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
DURATA: 140 Min
FORMATO: Colore 35MM

Changeling, nel folklore nord-europeo, è un figlio di creature magiche, scambiato con un bambino umano. Partendo da questo spunto fantastico, Eastwood ha fatto un film “politico”, che parla con durezza e compassione dell’America di oggi, attraverso felicità, depressione, lacrime e tensione.

Una storia vera, anche se un po’ corretta, di 70 anni fa, che diventa una delle più impietose radiografie del mondo USA mai uscite da Hollywood.

Domenica 21 ottobre 2012Locandina - Citta amara

CITTA' AMARA – FAT CITY -

REGIA: John Huston (USA 1972)

GENERE: Drammatico
SCENEGGIATURA: Leonard Gardner
ATTORI:
Stacy Keach, Jeff Bridges, Susan Tyrrell, Candy Clark, Nicholas Colasanto, Art Aragon, Curtis Cokes, Sixto Rodriguez, Billy Walker, Wayne Mahan, Ruben Navarro
FOTOGRAFIA: Conrad L. Hall
MONTAGGIO: Walter Thompson, Margaret Booth
MUSICHE: Marvin Hamlisch
PRODUZIONE: ARDEN RAY STARK PER RASTAR PICTURES, COLUMBIA PICTURES CORPORATION
DISTRIBUZIONE: ARDEN COLUMBIA - GOLDEN VIDEO, COLUMBIA TRI STAR HOME VIDEO
DURATA: 96 Min
FORMATO: Colore (1:1.85) TECHNICOLOR

Analisi lucida e sconsolata sui risvolti desolati ed amari dell’America opulenta.

Un’analisi incentrata sulle storie di due pugili, proletari del ring, larve di un mestiere che consente minimi guadagni a fronte di una totale cessione della propria vita e dignità.

Un dramma che, per la sua lancinante essenzialità, ricorda la narrativa scarna e dura di Hemingway.
La scena finale, ambientata in uno squallido bar di periferia, rimarrà nella storia del cinema.

 

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei capannoni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise.

Pubblicato il 24/10/2011 alle ore 14:06

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