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Italiani Brava Gente. Sarà vero?

Il cineforum del CSP vi propone una riflessione su questo luogo comune.

Quante volte lo abbiamo sentito dire nei contesti più disparati?
E ciò, non solo confrontando il fascismo col nazismo o col comunismo, paragone da cui il fascismo esce sempre meno sanguinario e, in fondo, più buonista. Noi non abbiamo mai fatto stragi di civili o pulizie etniche! Questa è una favola consolatoria.
È vero, ci diciamo, che abbiamo avuto terroristi, comunisti, militaristi, fascisti, ma sono “buoni” la stragrande maggioranza degli italiani, gli altri sono poche schegge impazzite. Così in Italia è stato proibito il film “Il leone del deserto”, premiato a Cannes, sulla resistenza libica agli italiani invasori. Il nostro Cineforum lo ha proiettato il 25 aprie 2010, per cui poche decine di palocchini sono tra i pochissimi italiani ad averlo visto. Era proibito perché metteva gli italiani in cattiva luce! Noi italiani abbiamo compiuto stragi in Libia, Grecia, Albania, nella stessa Italia; abbiamo inventato noi il bombardamento aereo, abbiamo inventato noi i campi di concentramento ed abbiamo usato noi per primi l’iprite ed altri gas velenosi proibiti dalle convenzioni internazionali. Durante la prima guerra mondiale, abbiamo fucilato noi, senza processo, più soldati di qualunque altro belligerante ed abbiamo lasciato morire di fame e malattia almeno 100.000 italiani caduti prigionieri considerandoli in blocco “disertori” e vietando l’invio di cibo e medicine. Nel 1861-70, abbiamo fucilato 9.860 “briganti”. Alla fine del 1800 l’attentatore al re Umberto venne rinchiuso all’Elba in una cella alta 1 metro e 40 cm., collocata sotto il livello del mare; l’umidità lo rese ceco, gli fece marcire le gambe, gli rese la pelle trasparente; quando un deputato socialista andò a tirarlo fuori, era una massa gonfia di gelatina. Respirava ancora. La prossima volta che sentirete qualcuno dire che siamo sole, pizza ed amore, o al massimo armi innocue caricate a sale, fategli un favore: spiegategli che gli italiani sono tutto tranne che “brava gente” a prescindere, esattamente come lo sono tutti gli altri. Solo così potremo provare un giorno, tutti assieme, a capire la storia di questo paese.

 

Domenica 2 dicembre 2012

I nuovi mostri

Regia di Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola (Italia 1977 – 115’)

14 episodi di diversa lunghezza: 7 diretti da Scola, 5 da Risi, 2 da Monicelli, ma nei titoli non ci sono le firme dei registi. I temi: ospizi-lager per vecchi, repressione psichiatrica, violenza politica, criminalità e la paura che provoca, minori coinvolti in pornocinema, indifferenza, sequestri di persona, terrorismo. È un film che dipinge uno scorcio di Italia fine anni ‘70. Rispetto al precedente “I mostri” del 1963, lo stato delle cose in Italia è assai peggiorato. Le caratteristiche dei “mostri” sono ancora l'inconsapevolezza e la convinzione di essere, comunque, dalla parte del giusto. Uno dei maggiori pregi dell’opera sta nei personaggi, studiati alla perfezione ed interpretati in modo magistrale. È un patchwork grandioso e stupefacente, ornato di personaggi, tipi, maschere, situazioni, dialoghi, parole, che delineano l’immaginario collettivo di una società con le sue paure, timori reverenziali e libidini, alcune quasi” felliniane”. Uno spaccato di italici squallori.

 

Domenica 9 dicembre 2012

BRONTE
Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato

Regia di Florestano Vancini (Italia - Jugoslavia 1972 – 126’)

L’impresa dei mille significava l’annessione della Sicilia al Regno d’Italia, ma non risolveva i secolari problemi dei siciliani. A Bronte, cittadina presso Catania, c’era aria di reazione popolare e Bixio, che non poteva accettare focolai di rivolta alle sue spalle, intervenne. Deciso a dare un esempio, fece arrestare arbitrariamente 150 persone ed ordinò di processare in una giornata i cinque maggiori indiziati che vennero condannati e fucilati. La pellicola vuole dimostrare come la Sicilia sia rimasta sempre la stessa, coi suoi uomini privilegiati, i suoi nobili arroganti e lazzaroni, il suo popolo sempre sfruttato.

 

Domenica 16 dicembre 2012

L'arte di arrangiarsi

Regia di Luigi Zampa (Italia 1955 – 95’)

Rosario Scimoni, detto Sasà, è il nipote del sindaco e suo segretario, ma quando mette mano su alcuni documenti compromettenti, non esita a tradirlo. Allo scoppio della prima Guerra Mondiale si finge pazzo, poi sposa una donna brutta e ricchissima, aderisce al fascismo, passa al comunismo e poi diventa uomo di chiesa. È il ritratto di un uomo disposto a cambiare tutte le casacche pur di sopravvivere agli eventi. Il film mette alla berlina un vizio storico e connaturato dell’italiano medio: l’arrivismo ed il trasformismo politico a fini di tornaconto personale. Il film deve molto all’ottima scrittura di Vitaliano Brancati. Pur smussando nei risvolti patetici l’acre moralismo di Brancati - che gli aveva già fornito i copioni di Anni difficili e Anni facili - la regia di Zampa va egualmente a segno, grazie anche a Sordi che la fa da padrone. Pronto alla fine del '54, il film uscì nella primavera del 1955 dopo tagli di censura.

 

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei capannoni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise.

 

Il cineforum del CSP vi propone una riflessione su questo luogo comune.

Pubblicato il 03/12/2012 alle ore 10:41

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