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L’uomo in rivolta

«Che cos'è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no.»

Con queste parole inizia il un saggio di Albert Camus, pubblicato nel 1951 presso Gallimard, al cui titolo si ispira questo ciclo di cineforum. Nel saggio Camus si interroga sulle ragioni che spingono alcuni uomini a ribellarsi all’omologazione e alla violenza dell’uomo sull’uomo, e sulle modalità con cui questo bisogno di giustizia si esprime, prima interiormente e poi nell’azione. Da quest’analisi, complessa e affascinante, Camus fa derivare la famosa distinzione tra rivolta personale e rivoluzione come fenomeno sociale: ne derivò una dura critica della rivoluzione russa che provocò la rottura con Sartre, l’altro grande intellettuale movimentista della sinistra francese dell’epoca.

La proposta di questi quattro film, senza avere la pretesa di aggiungere nulla al lavoro di Camus, proprio da quelle considerazioni prende le mosse e intende offrire al pubblico altrettanti diversi momenti nei quali il desiderio di libertà e giustizia diviene urgente e obbliga all’azione.

Spunti per riflettere e guardare con più attenzione il mondo intorno.

Domenica 21 settembre 2014

FURORE                                           

Regia di John Ford (Usa 1940 - 129’)

Nei primi anni ‘30, ridotta in miseria dalle tempeste di sabbia e da rapaci proprietari terrieri, una famiglia di agricoltori dell'Oklahoma si mette in viaggio con un camion verso la fertile California. Un classico del cinema sociale, tratto da un romanzo (1939) di John Steinbeck. Un poema di solenne pietà, un gran capolavoro dei film on-the-road. Considerato politicamente un conservatore, Ford diresse uno dei film più progressisti mai fatti a Hollywood.

Lo sceneggiatore Nunnally Johnson modificò, su indicazione del produttore D. Zanuck (che girò personalmente il monologo di mamma Joad), il finale senza speranza di Steinbeck, in linea con l'ottimismo del New Deal. Straordinario bianconero di Gregg Toland, Oscar alla Darwell e alla regia. Considerato uno dei dieci migliori film di tutti i tempi, è diventato un cult per i cinefili, grazie anche alla magnifica interpretazione di Henry Fonda nella parte di Tom Joad.

Domenica 28 settembre 2014

PADRE PADRONE                            

Regia di Vittorio e Paolo Taviani (Italia 1977 - 117’)

Nasce da un libro autobiografico (1975) di Gavino Ledda e tratta di un pastorello sardo di 6 anni di Siligo (Sassari) - di nome Gavino come l’autore - che vive fino a vent'anni con il gregge tra i monti, strappato alla scuola, separato dalla lingua, escluso dalla collettività, costretto dal padre ad abbandonare la scuola per aiutarlo a governare il gregge.

Al compimento della sua maggiore età, allora 21 anni, la leva militare lo aiuterà a sfuggire al padre e ad affrancarsi da un rapporto di semi schiavitù. Palma d’oro a Cannes, conferito da una giuria presieduta da Roberto Rossellini.

Domenica 5 ottobre 2014

LUTHER

Regia di Eric Till (Germania 2003 - 121’) 

Martin Lutero, studente di legge, salvatosi da una tempesta, entra in un monastero. Indignato della corruzione della chiesa romana, pubblica le 95 tesi che vengono, grazie alla stampa, diffuse in tutta Europa. Il Papa lo minaccia di scomunica, ma Lutero non si lascia intimorire e dà inizio alla riforma protestante. Ben recitato, di impostazione teatrale, Luther è un film molto ben documentato anche grazie anche al contributo che la comunità luterana ha dato alla realizzazione. Utilissimo per chi vuole comprendere meglio quella situazione storica e le ragioni che portarono allo scisma. Le ottime interpretazioni rendono fluide e godibili anche le parti più tecniche del racconto.

Domenica 12 ottobre 2014

AMISTAD

Regia di Steven Spielberg (Usa 1997 – 155’)

Ricostruzione di uno di quegli episodi storici di cui i libri non parlano: nel 1839, 53 schiavi neri, carico umano del vascello spagnolo “Amistad” in viaggio verso Cuba, riescono a liberarsi e fanno rotta verso l'Africa, ma sono bloccati da una nave americana e mandati sotto processo per l’esercizio della pirateria e l’assassinio dell’equipaggio.

Parte come un film d’avventura e diventa un dramma giudiziario: durante il processo si evidenzia che i rivoltosi non sono nati schiavi e quindi, secondo la Costituzione degli Stati Uniti, hanno il pieno diritto di lottare per la loro libertà (abolita nel Regno Unito nel 1772, la schiavitù vigeva ancora nel Nordamerica). Spielberg ci dà un’appassionata lezione sulla democrazia nordamericana, sul colonialismo e la schiavitù, ma evita di salire in cattedra, scendendo invece tra gli spettatori, coinvolgendoli ed emozionandoli. Felicissima la scelta degli interpreti: D. Hounsou, il capo della rivolta, splendida icona della negritudine, ed A. Hopkins, il John Quincy Adams, 6° presidente degli USA. Un tassello importante nella vasta ed ottima filmografia del regista.

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei padiglioni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise. Gli spettatori sono pregati di essere assolutamente puntuali, sia per rispetto degli altri, sia per consentire un certo spazio alla discussione.

Pubblicato il 09/09/2014 alle ore 17:53

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