Questo sito e/o gli strumenti di terze parti incluse in esso, utilizzano i cookie con finalità illustrate nella cookie policy. Accettando i cookie con il pulsante qui sotto acconsenti all’uso dei cookie.

Poche persone ben organizzate possono controllare la società? Al CSP un ciclo di cineforum sulle profezie dei maestri della fantascienza.

La sorveglianza è ormai una categoria sociale. La diffusione della pratica di raccolta dei dati personali e del loro stoccaggio in banche dati sempre più capillari consente ai governi e alle industrie che ne richiedano l'accesso, un monitoraggio di intere categorie di lavoratori e cittadini. Eppure ci avevano avvisati. Scrittori, troppo spesso liquidati come autori “di fantascienza”, registi “di serie B”, analisti della società ignorati come “profeti in patria”. E oggi tutto questo è realtà. Noam Chomsky, uno dei più attenti studiosi della modernità, sia sociale e politica che economica, già in tempi non sospetti aveva stilato questo decalogo dell’oppressione. Dieci semplici regole per sottomettere grandi masse di persone e piegarle agli interessi di una piccola, potente e prepotente oligarchia di persone senza scrupoli. Provate a leggere attentamente questi precetti e poi chiedetevi: “dove ho già visto praticare queste tecniche?”. Scoprirete che ogni giorno, in ogni parte del mondo, qualcuno sta aggiungendo un altro granello a quell’immensa montagna di sabbia che ci opprime e soffoca la libertà di autodeterminazione dell’umanità.
Ed ecco i dieci punti di una efficace strategia di oppressione:

  1. La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
    La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali.
  2. Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
  3. La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
  4. La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.
  5. Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno.
  6. Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…
  7. Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori”.
  8. Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.
  9. Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!
  10. Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.


Domenica 12 maggio 2013

ORWELL 1984

Regia di Michael Radford (Gran Bretagna 1984 – 115’)
Il film è una libera trasposizione dell'omonimo libro di Orwell e racconta, in tempi già sospetti, una società futuribile priva di ogni libertà, completamente dipendente da un potere centralizzato che tutto vede e tutto controlla, liberando l'uomo dal diritto-dovere di pensare ed essere. Il film contiene l’ultima apparizione cinematografica di Richard Burton.

Domenica 19 maggio 2013

FAHRENEITH 451

Regia di François Truffaut (Francia, Gran Bretagna 1966 – 112’)
Tratto dal libro “Gli anni della Fenice” di Ray Bradbury, tratta di una società del Medioevo prossimo venturo condannata all'ignoranza da un potere dispotico che manda i libri al rogo, ed in cui uno dei pompieri incendiari incontra Clarissa che ama i libri e lo invita a leggere. Non smetterà più, diventando un fuorilegge.

Domenica 2 giugno 2013

MINORITY REPORT

Regia di Steven Spielberg (USA 2002 – 145’)
Il film (grande regista, ottimi attori) sembra una angosciosa parabola totalitaria sul nostro prossimo futuro. Se sapessimo che una persona commetterà un omicidio, è lecito fermarla prima che lo commetta? Inoltre, se alcune persone avessero la capacità di prevedere gli omicidi, è giusto dare loro la possibilità di vivere una vita normale, oppure devono essere messe nelle condizioni di poter solo e soltanto “prevedere il futuro”? La qualità letteraria del soggetto è assicurata dell’omonimo racconto di Philip K. Dick, da cui è tratto.

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei capannoni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise.

cineforum
 

Pubblicato il 14/05/2013 alle ore 04:11

Eventi in calendario

Non ci sono eventi

Centro Sociale Polivalente di Casalpalocco © Centro Sociale Polivalente di Casalpalocco - Codice fiscale 05580390580. Note legali.
Made with oZone iQ