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Storie di donne, al cineforum del CSP. 4 film di Alberto Lattuada, il regista del femminile.

Nè angeli, nè diavoli: semplicemente donne.

Alberto Lattuada è considerato uno dei più seri professionisti del cinema italiano, un regista di tipo hollywoodiano capace di affrontare, senza mai uscirne sconfitto, la trascrizione cinematografica di un romanzo ottocentesco e la commedia d’ambiente contemporaneo, il melò e il grottesco. Il suo ricco apprendistato culturale - come storico d’arte, fotografo, coraggioso animatore di circoli del cinema, raccoglitore di film poi diventati dei classici - gli è stato d’aiuto per intendere il cinema nelle sue varie possibilità: arte e insieme industria. Fine intenditore di cose letterarie, elegante giornalista, Lattuada ha sempre prestato attenzione agli umori del mondo dei giovani e alle trasformazioni del costume ed è proprio attraverso la sua filmografia, 1940-1980, che si riesce ad avere una visione dell’evoluzione e della crescita della società che, nel dopoguerra, modifica l'aspetto del Paese sotto tutti i punti di vista.

Non solo le strutture economiche, ma anche la conformazione sociale e gli aspetti culturali della popolazione cambiano radicalmente: cambia il modo di intendere la vita, il lavoro, il modo di concepire i rapporti umani, il modo di vestire, di mangiare, di trascorrere il tempo libero; cambiano gli insediamenti urbani e agricoli, cambia il paesaggio naturale, spesso deturpato. Sono gli anni del passaggio per il nostro Paese da una società ancora in gran parte agricola ad una società industrializzata, la quale, appunto, non comporta solo modificazioni produttive o economiche, ma dell'intera società. La famiglia è l'”istituzione” che subisce le più evidenti trasformazioni: diminuiscono i membri e i legami di parentela; aumenta la privacy, ma diminuisce la socialità; gli individui che nella famiglia patriarcale erano particolarmente sottoposti, donne e giovani, acquistarono maggiore libertà. La cosiddetta “classe media” si ingrandisce e si specifica grandemente: impiegati pubblici, tecnici privati, agli artigiani tradizionali si aggiungono nuove professioni tipiche della società industriale (idraulici, elettricisti, meccanici, ecc...), insegnanti, reclutati in gran numero per l’aumento del numero della popolazione scolastica Anche la classe operaia si differenzia al suo interno, tra operai specializzati e generici; tra addetti della grande industria o delle piccole attività. Alcune categorie operaie divengono, come status di vita, più vicini alla classe media che ai propri colleghi. Gli aumenti salariali degli operai danno sempre più la possibilità alle famiglie di garantire ai figli l’istruzione, uno degli strumenti principali per la diffusione dell’alfabetizzazione e dell’informazione.

Di tutto questo è testimone attento Alberto Lattuada che ci racconta i mutamenti della società a partire proprio dal femminile.

Domenica 28 ottobre 2012

L'amore in città

Film ad episodi: regie di Dino Risi (Paradiso per tre ore), Carlo Lizzani (Amore che si paga), Michelangelo Antonioni (Tentato suicidio), Federico Fellini (Agenzia matrimoniale), Alberto Lattuada (Gli italiani si voltano, sorta di candid camera nelle vie di Roma che riprende le reazioni degli uomini al passaggio di una bella ragazza), Francesco Maselli e Cesare Zavattini (Storia di Caterina) (Italia 1953 - 104’)

Sei episodi per sette registi. Il film è una testimonianza storica di un’epoca di passaggio in cui autori come Fellini, Risi, Antonioni e lo stesso Lattuada si stavano muovendo verso stili più personali e meno “oggettivi”.

Sono comunque tutti episodi che riflettono aspetti sociali e individuali di un’Italia che cambia.

Domenica 4 novembre 2012

La spiaggia

Regia di Alberto Lattuada (Italia 1954 - 102’)

La storia si svolge nell’estate del ‘53 su una spiaggia della Liguria di ponente. Storia vera che pare sia stata raccontata al produttore dalla stessa protagonista. Interessante anche dal punto di vista tecnico in quanto si tratta di uno dei primissimi e dei migliori film in Ferraniacolor. Il vero tema del film, aldilà della vicenda è l’ipocrisia, il perbenismo, l’arrivismo e la cattiva coscienza dei piccolo-borghesi. Dice Lattuada: “È la battaglia contro l'ipocrisia che mi è stata sempre a cuore. Che talvolta appare nei miei film e talvolta non è tanto evidente, perché scorre come una vena sotterranea. Come la vena erotica. Si tratta di scovarle.”

Domenica 11 novembre 2012

I dolci inganni

Regia di Alberto Lattuada (Italia 1960 - 102’)

Per questo film Lattuada ha voluto ispirarsi al fenomeno della precoce iniziazione sessuale delle emancipate adolescenti del giorno d’oggi (siamo nel 1960) attraverso un’angolazione delicata e non volgare.

Sottilmente in polemica con la vecchia concezione retorica dell‘ex errore giovanile e della “colpa d’amore” che sottintende l’altrettanto logoro cliché della ragazza sedotta per inesperienza.

Domenica 18 novembre 2012

Venga a prendere il caffè da noi

Regia di Alberto Lattuada (Italia 1970 - 101’)

Film tratto dal romanzo “La spartizione” di Piero Chiara. Accoppiata vincente, Lattuada-Chiara, dove il regista guarda con occhi ironici e indulgenti verso una certa ipocrisia provinciale, sessuofoba e sessista.

Tognazzi è meravigliosamente immerso nel suo personaggio, del quale ha dichiarato: “nel film di Lattuada sono stato affascinato dalla possibilità di costruire un campione di mediocrità, sublimata dal fatto che il personaggio è anche presuntuoso. Quest'uomo non conta niente, è meno di niente, ha un solo progetto mediocre, un comportamento mediocre; tuttavia crede che il suo comportamento sia quello di un personaggio importante".

Le proiezioni, seguite da una conversazione tra gli spettatori, si svolgono come sempre nei capannoni del Centro Sociale di Casalpalocco, in viale Gorgia di Leontini 171, alle ore 17.00 precise.

Pubblicato il 09/11/2012 alle ore 09:47

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